Basilica dei Santi Quattro Coronati: la chiesa fortezza
Come nel caso di San Clemente, anche la Basilica dei Santi Quattro Coronati è ben nascosta dentro l’imponente apparenza di una rocca medievale, che in realtà costituisce un articolato complesso monastico.
Insomma, dalla strada omonima vediamo appena un brullo involucro di mattoncini che, a sorpresa, racchiude croccanti gioielli dell’arte medievale immersi in un morbido ripieno di monache agostiniane.
Tanto per farci un’idea delle cose da vedere, il complesso comprende:
- la basilica (VIII sec.);
- l’oratorio di Santa Barbara (IX sec.);
- l’oratorio di San Silvestro (1246).
Più altri oratori in zona di clausura, riservati all’occhio delle monache.
Ma chi sono i 4 santi coronati?
Bella domanda. Mi spiego: l’antica tradizione – che pare una scenetta di Gigi Proietti – vuole che quattro scultori cristiani (Castorio, Sinfroniano, Claudio e Nicostrato) si fossero rifiutati di eseguire la statua di un dio pagano e per questo fossero stati condannati al martirio. Tuttavia si dà il caso che anche i quattro soldati incaricati dell’esecuzione (Severo, Severiano, Carpoforo e Vittorino) si fossero rifiutati di fare il proprio lavoro, finendo così per subire la stessa condanna a morte. Ora: a seconda delle fonti, i Santi Coronati sono gli scalpellini o i soldati. Io, nel dubbio, avrei intitolato la chiesa agli otto Santi Coronati e contenti tutti. Che poi magari ci usciva fuori anche un film di Tarantino: “The blessed eight” (ok, questa era per cinefili).
Storie di papi, papelli e papesse
Una delle cose più interessanti del complesso dei Santi Quattro Coronati è l’Oratorio di San Silvestro, un piccolo ambiente contenente un ciclo di affreschi duecentesco ancora pressoché integro. Interessante non solo dal punto di vista artistico in senso stretto, ma anche perché il tema degli affreschi è uno dei più clamorosi falsi della storia: l’origine della Donatio Constantini.
La vicenda in breve: l’imperatore Costantino (quello che liberalizzò il cristianesimo, per intenderci) contrae la lebbra. Alcuni sacerdoti lo tranquillizzano sulla sua guarigione, prescrivendogli ripetute immersioni nel sangue di bambini innocenti (vi immaginate il farmacista che lesse la ricetta?). Costantino però si muove a compassione per le mamme, e mentre traccheggia gli appaiono in sogno san Pietro e san Paolo che gli suggeriscono di rivolgersi ad un altro sacerdote: papa Silvestro. Il quale lo guarisce facendolo immergere tre volte nel battistero lateranense. Costantino, per sdebitarsi, fa un piccolo presente a Silvestro: dona alla Chiesa la città di Roma e tutto l’Impero. E questo è tutto ciò che viene rappresentato negli affreschi di san Silvestro.
Ora avete due possibilità: pillola blu e accettate questa versione. Oppure pillola rossa e scoprire che… diamine, che la Donazione è uno dei falsi più clamorosi della storia d’occidente! Il documento fu in realtà uno strumento creato ad arte per offrire una base giuridica al primato del papato rispetto all’impero durante tutto il medioevo e oltre, e gli affreschi di san Silvestro sono un esempio emblematico del suo sfruttamento nei confronti dell’opinione pubblica.
Un’ultima curiosità su questo luogo lega la Basilica alla Papessa Giovanna. Per chi non lo sapesse, si tratta di una leggenda medievale: quella di una giovane donna inglese del IX secolo che un bel giorno decide di fingersi uomo e intraprendere la carriera ecclesiastica. Una carriera tanto straordinaria da portarla in breve tempo sul soglio di Pietro. Ovviamente questa medievale dimostrazione della parità dei sessi finisce in tragedia: difficile spiegare ai romani le doglie e il parto di un papa, avvenute proprio dietro la chiesa dei Santi Quattro Coronati. E Giovanna – alias Giovanni VIII – viene lapidata dalla folla infuriata, non si capisce bene perché. Naturalmente si tratta di una leggenda, che nei secoli ha dato vita alla tradizione secondo cui al termine di ogni successivo conclave venissero tastati i genitali del pontefice eletto per verificarne la virilità.
Tutte falsità. Però divertenti, no?
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